“Uno dei maggiori motivi di gioia per un collezionista di fumetti è rappresentato dalla consapevolezza di possedere una pubblicazione (che può di volta in volta essere una rivista, un libro, un albo, ecc.) che solo pochissimi altri, nel resto dei mondo, hanno. Questo privilegio, quasi sempre acquisito dopo lunghe e faticose ricerche ed un cospicuo esborso di quattrini, diverrebbe addirittura sublime se il pezzo posseduto dal fumettofilo fosse un esemplare unico e non riproducibile. Questo caso, con ogni evidenza, non può darsi, essendo i giornali di fumetti, per loro stessa natura, oggetti di cui vengono prodotte molteplici copie aventi oltretutto (quale più, quale meno) un’ampia diffusione. Esiste tuttavia una forma di collezionismo fumettistico che consente di dare piena concretezza alla “chimera” dell’esemplare unico: il collezionismo delle tavole originali.

Un  pregio enorme di queste ultime, è che permettono a chi abbia un occhio minimamente attento ed allenato, di venire a conoscenza delle tecniche e dei procedimenti utilizzati da un autore per realizzare il proprio lavoro. Una tavola originale “rivela” ciò che, normalmente, la stampa si preoccupa di nascondere: le reali dimensioni dei foglio su cui l’autore ha realizzato il proprio lavoro, l’intensità e lo spessore dei colori o la compattezza di certi “neri”, le tracce – spesso rivelatrici – degli studi a matita eseguiti prima della versione definitiva, ma anche le correzioni, i ripensamenti (sia dei disegnatore che dello sceneggiatore) che si sono susseguiti durante le fasi della lavorazione e che sono stati necessari per approdare al risultato finale, che è poi l’unico accessibile al lettore.

Se ci pensate, si tratta di un’opportunità meravigliosa che non è concessa a nessun altro tipo di collezionista: più o meno, è come se un appassionato di cinema potesse assistere alle riprese di un film direttamente dal set, rendendosi conto dei trucchi e degli espedienti messi in atto dal regista e dallo staff tecnico e verificando quale peso abbia avuto la personalità dei vari attori  nella riuscita dei film. L’osservazione scrupolosa di una tavola originale, oltre ad essere esteticamente appagante (perché una cosa è vedere un disegno stampato, soprattutto se a colori e di grandi  dimensioni, e tutt’altra ammirarlo dal vivo), rende anche più colti, serve moltissimo per capire davvero che cosa siano i fumetti, quanto impegno richiedano a chi li fa e quali  siano le tecniche di disegno adottate da un artista…”

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