Intervista a Roberto De Angelis ed agli altri autori del n°1 di Orfani – Juric “Il fiore del male”

“Nelle pieghe del passato” a cura di Franco Busatta

Conoscevi già il personaggio della Juric, prima di lavorarci?

Seguo Orfani fin dalla prima uscita e ho imparato subito a detestare cordialmente questa donna risoluta e spietata. Però, da questa mini ne uscirà un ritratto ricco di sfumature che restituisce al personaggio una dimensione più umana.

Come vedi l’universo messo a punto narrativamente da Recchioni con Orfani?

Epico. Credo sia nel DNA di Roberto scrivere in modo che ogni scena, ogni dialogo sembri annunciare un momento leggendario.

Solitamente Paola è una sceneggiatrice che richiede scene e inquadrature impegnative ai disegnatori… A te com’è andata, Roberto?

Bene. L’ho minacciata di morte solo due o tre volte. Ma il mio non era che un atteggiamento intimidatorio. Troppo brava per troncare la sua carriera in modo così brusco.

Quali sono i punti di forza della sua scrittura ?

Credo la naturale capacità di rendere profondi e complessi i suoi personaggi. E non manca di coraggio. Il coraggio di rappresentare le cose in tutta la loro disarmante brutalità. Questa mini rappresenta un momento di discontinuità rispetto alla serie regolare. L’azione è totalmente assente, quindi l’aspetto che ho curato di più riguarda la caratterizzazione dei personaggi, la gestualità, le espressioni. Il punto di forza del testo di Paola è rappresentato da una galleria di personaggi perfettamente caratterizzati e assolutamente credibili. Cogliere l’atteggiamento giusto o l’espressione più idonea era della massima importanza per dare il giusto risalto al suo grande lavoro.

Hai tenuto d’occhio altri disegnatori di Orfani?

Per piacere più che per dovere. Sono tutti così bravi…. in realtà, avrei fatto meglio a guardare Pieter Bruegel, pittore olandese con la fissa per le miniature.

Quali sono state le difficoltà maggiori?

Forse l’impossibilità di modellare le masse con l’uso delle ombre e la relativa necessità di curare la linea come elemento grafico anziché semplice margine.

Come vedi la colorazione di Mossa?

Sontuosa. Pittorica ma non invadente. Sobria ma non scarna. Uno sfavillante esempio di equilibrio.

Come vi siete trovati con Mammucari nella fase di revisione grafica?

Molto bene. Emiliano è una persona gentile con cui si chiacchiera volentieri e un Art Director scrupoloso. È esigente, ma questo non è un problema visto che eravamo animati dallo stesso desiderio di fare bene il nostro lavoro.